Gli interventi dei consiglieri dopo la trasformazione dell’interrogazione in interpellanza
L’interrogazione riguardante l’unificazione degli ospedali modenesi Policlinico e Baggiovara, presentata da Maria Grazia Modena (Modena per Modena) a cui ha risposto l’assessore Francesca Maletti, è stata trasformata in interpellanza, generando un dibattito aperto dal Pd con Luca Barbari che ha ricordato come “già a partire dal 2017 ci furono alcuni passaggi per l’unificazione, ma la pandemia ha inevitabilmente rallentato il processo che adesso, con la nuova direzione, occorre completare e rilanciare”. Per Francesco Antonio Fidanza “la fusione tra aziende deve rappresentare il risultato di un percorso di collaborazione e visione condivisa”. Per il consigliere, tuttavia, “la sfida principale resta quella di garantire sostenibilità ed efficienza al sistema sanitario con una presa in carico integrata dei pazienti, superando i limiti di un’impostazione troppo ospedalocentrica”. Giulia Ugolini ha posto l’attenzione sulla necessità di “conciliare da un lato l’offerta di prestazioni sanitarie che potremmo definire ‘di base’ e dall’altro garantire una mission accademica di ricerca, didattica e iperspecializzazione”. Per Diego Lenzini “la Regione Emilia-Romagna è un’eccellenza in Italia, ma non ci possiamo accontentare”. Per il capogruppo, infatti, “i cittadini meritano una sanità universalistica e di altissima qualità che dovrebbe conoscere la situazione dei pazienti a tal punto da prevederne, in teoria, in anticipo le visite”.
Per Martino Abrate (Avs) “la fusione delle aziende produrrebbe risultati notevoli a partire dalla riduzione delle liste di attesa, evitando presunti sprechi economici. Penso che le condizioni per un processo di integrazione siano favorevoli, vista la sintonia tra le due direzioni aziendali, passando dalla competizione alla collaborazione”.
“In altre città il processo di integrazione è venuto molto meglio che qui a Modena” ha sostenuto Giovanni Bertoldi (Lega Modena) “dove l’unione è avvenuta solo sulla carta” in quanto “il progetto di riassetto della sanità modenese fu sbagliato sin dall’inizio: per questo oggi siamo davanti a dispersione di costi, energie e competenze”.
Ferdinando Pulitanò (Fratelli d’Italia) ha sostenuto che il tema centrale è “razionalizzare i servizi”, portando come esempio i Centri di assistenza e urgenza (Cau) “che, tenuto conto dei costi di attivazione, non hanno eliminato il carico di lavoro dei pronto-soccorso quanto ci si aspettava”.
Paolo Ballestrazzi (Pri-Azione) ha affermato che “il problema della sanità non è tecnico né legislativo, ma politico: se la politica non interviene i dirigenti delle Aziende ospedaliere continueranno a preoccuparsi di costruzioni, controlli, appalti e non della qualità dei servizi”.
Per Andrea Mazzi (Modena in Ascolto) “al di là dell’emergenza Covid, il percorso dell’unificazione sta andando molto a rilento”. Per il consigliere, quindi, “sarebbe necessario intanto razionalizzare le spese non strettamente sanitarie, quelle fisse ed extra mediche”.