Gli interventi dei gruppi consiliari nella discussione sulle due mozioni illustrate dal consigliere Abrate (Avs)
Le due mozioni illustrate da Martino Abrate di Alleanza Verdi-Sinistra, primo firmatario di entrambe, e approvate in Consiglio comunale nella seduta di lunedì 27 ottobre sul tema della Bretella Campogalliano-Sassuolo, sono state accompagnate da un intenso dibattito, aperto da Paolo Barani, il quale ha ribadito il sostegno di Fratelli d’Italia alla realizzazione dell’opera: “Per noi è necessaria e non più rinviabile”. Il consigliere ha ricordato che il progetto è atteso da tempo e che “bloccarlo con una revisione significherebbe fermarlo di nuovo”, rimarcando come la struttura “migliori la viabilità tra A22 e A1, riducendo l’imbuto verso Modena” e come “le criticità ambientali siano inevitabili, ma gestibili”. Anche per Ferdinando Pulitanò “la Bretella è un’infrastruttura strategica per l’intera provincia”, pertanto sarebbe “irresponsabile” ogni ipotesi di stop: “Fermare tutto ora avrebbe pesanti ricadute economiche”. Il consigliere ha difeso l’opera come sostegno alla filiera della ceramica, “la locomotiva dell’export modenese”, ritenendo che “oggi pensare di sostituire la gomma con il ferro sarebbe poco realistico”. Nel confermare per il suo gruppo consiliare che “la Bretella è strategica e va realizzata”, Luca Negrini ha rimarcato le divisioni interne al Pd, “dove si prende tempo senza una linea univoca”, riconoscendo come “posizioni più coerenti” quelle di M5s e Avs.
Pur sostenendo il trasporto su ferro e prendendo atto di criticità e ritardi, Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha spiegato che “non possiamo eliminare quello su gomma, dobbiamo adattarci alla realtà”, definendo la Bretella come “un’infrastruttura strategica riconosciuta a livello nazionale che riduce i costi di logistica e anche l’inquinamento” e che rappresenta soprattutto “un sostegno concreto al territorio”.
A sua volta Paolo Ballestrazzi (Pri-Azione-Sl) ha definito il dibattito “surreale”, osservando che “dire oggi che la Bretella è strategica è una forzatura”, ricordando che il progetto risale al 1979 e che “paghiamo le scelte di allora”. Pur non negando una sua utilità all’opera, il consigliere ha affermato che “il problema vero è la viabilità complessiva, non un singolo collegamento”, sottolineando che “procedere ottusamente sarebbe un errore: serve una riflessione condivisa tra più soggetti per decongestionare davvero Modena”.
Per Alleanza Verdi Sinistra, Laura Ferrari ha chiarito che “finché non vi è certezza sulla realizzazione, sfalci ed espropri devono essere sospesi”, denunciando i rischi ambientali, “una deforestazione inutile e dannosa”. Secondo la consigliera, “è il momento di chiedersi se le valutazioni di trent’anni fa siano ancora valide” e di “attivare un tavolo per rivedere il progetto alla luce del nuovo quadro economico e ambientale”. Dal canto suo Martino Abrate ha invitato a “guardare al futuro, non al passato”, sottolineando che “il trasporto su ferro, non su gomma, rappresenta la vera prospettiva sostenibile”. Per il consigliere valutare proposte alternative e rivedere il progetto secondo parametri di sostenibilità “non è ambientalismo di maniera, ma responsabilità verso le generazioni future”, ribadendo che “il progetto va rivisto per dubbi economici, ambientali e di sicurezza idraulica”.
Giovanni Silingardi (Movimento 5 stelle) ha definito la Bretella “un’opera obsoleta, costosa e inutile”, facendo notare che a dirlo sono imprenditori del distretto secondo cui “il futuro è meno tir e più treni”. Il consigliere ha sottolineato che “la strategia logistica deve quindi puntare sulla rotaia, non sull’asfalto” e che “avviare deforestazioni ed espropri per un’opera incerta è illogico”: serve “un tavolo di confronto per ripensare la mobilità”.
Esprimendo la posizione del Partito democratico, Diego Lenzini ha evidenziato che il confronto “non dovrebbe ridursi a Bretella sì o no”, ma guardare “agli impatti reali sul territorio”, sottolineando come “la sostenibilità del ferro sia ormai una necessità economica e ambientale” e che “una logistica efficiente è un fattore di competitività per l’export”. Per il capogruppo, l’obiettivo deve essere provare a “modificare un progetto impattante come quello attuale, che penalizza il polo logistico di Cittanova, per renderlo davvero utile e funzionale al territorio”. A sua volta Stefano Manicardi ha ribadito che “il Consiglio ha già espresso la necessità di rivedere il progetto”, ricordando “le criticità economiche e territoriali”, osservando al tempo stesso che “esistono già due vie gratuite per raggiungere il distretto ceramico” e che pertanto andrebbe chiarita “la logica di un nuovo tracciato a pagamento”. Infine Alberto Bignardi ha invitato a considerare l’impatto concreto dell’infrastruttura su Modena, richiamando l’esempio della Tav, “che dimostra come i tracciati possano essere modificati”, e sostenendo che “limitare il trasporto su ferro significa limitare la capacità di sviluppo del territorio”. Per il consigliere, “la sostenibilità del ferro è una scelta di lungimiranza amministrativa, mentre le infrastrutture sbagliate restano per decenni”.



