Bologna, 12 novembre
SENZA INUTILI CASELLI E INTEGRANDOLA CON IL SISTEMA FERROVIARIO, SERVE CHIAREZZA E MASSIMA TRASPARENZA SUI FINANZIAMENTI E SUL PIANO ECONOMICO FINANZIARIO DELL’OPERA
La vicenda della bretella “Campogalliano-Sassuolo” è ultradecennale e prosegue con un dialogo tra sordi. Ripetiamo le nostre richieste, sperando che arrivino finalmente risposte puntuali da tutti i livelli di Governo.
Partiamo dai fondamentali: vogliamo un’opera che serva? Allora dobbiamo realizzarla al meglio, in modo più moderno, sostenibile e fruibile. Realizzare un’infrastruttura progettata tanti anni fa porta necessariamente a modifiche per renderla attuale.
Occorre assicurare il collegamento diretto tra il casello autostradale e l’area del distretto sassolese, con una reale mitigazione ambientale, garantendo l’interconnessione ferroviaria tra lo scalo Cittanova-Marzaglia e l’intera area logistica privata programmata ma non ancora realizzata, superando i limiti di viabilità e infrastrutturali (ferro-gomma) che si presenterebbero con l’attuale progetto. Aggiungo la necessità di inserire nella programmazione nazionale, una volta per tutte, il finanziamento per il collegamento ferroviario Dinazzano-Marzaglia.

L’opera così integrata è attesa da tanto tempo ed è necessaria per migliorare la competitività del mondo produttivo, delle imprese ceramiche e del relativo indotto e di altre imprese (meccanica…) sviluppate sul territorio. In questo senso è importante realizzare tutta l’opera modificata e le connessioni necessarie, penso ai finanziamenti per il raddoppio della Pedemontana a Sassuolo e quelli per l’aggancio a Campogalliano (interconnessione a quadrifoglio).
Serve chiarezza e trasparenza, per rispetto dei cittadini e delle imprese, su questi finanziamenti, compreso appunto il “quadrifoglio” a Campogalliano – come viene definito l’innesto con la A22 e la A1.
Pare non risulti nel budget di AutoCs: è stato appaltato o no? Chi lo finanzia? Serve massima attenzione perché l’opera deve essere idonea alle esigenze della collettività. Sarebbe opportuno anche sapere se la società ha presentato al Ministero istanza di revisione del PEF, il Piano Economico Finanziario dell’opera, che pare passerebbe da 400 a 700 milioni e quindi servirebbero più risorse pubbliche.
Va realizzata, come ricordato più volte, senza la creazione di inutili caselli in corrispondenza degli svincoli, che hanno alto costo e altrettanto alto impatto ambientale, soprattutto nel territorio modenese, e in particolare nel tratto Rubiera-Modena, che se a pagamento non risolverebbe il peso della viabilità sulla via Emilia.
Bisogna che sia chiaro che i progetti, specialmente quando la genesi è così lontana nel tempo, vanno migliorati, e deve essere chiaro che il Governo deve sbloccare la concessione.



