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…e poi c’è Fabrizio Castori

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di  Flavio Bertozzi

Ci sono allenatori che vanno in campo in giacca e cravatta. Allenatori che hanno un grado di simpatia che è esattamente una via di mezzo tra una colonscopia e un tutor dell’A14. Allenatori ossessionati dal possesso palla. Allenatori che davanti a taccuini e microfoni sanno vomitare soltanto incellofanatissime frasi infarcite di banalità e di luoghi comuni. Allenatori che hanno trovato sempre la pappa pronta, che non hanno mai fatto la gavetta, che non hanno mai lavorato sui campi polverosi del mondo dilettantistico. Allenatori che umettano costantemente il culo ai giornalisti. Allenatori che non sarebbero in grado di beccare un congiuntivo nemmeno sotto tortura. Allenatori che si fanno imporre dal presidente di turno il portiere da schierare. Allenatori tatuati come degli ergastolani. Allenatori effervescenti come un manifesto funebre. Allenatori che trovano sempre un impiego soltanto perché hanno amicizie nel Palazzo. Allenatori che in faccia hanno la Sagra del Botox. E poi (per fortuna) c’è Fabrizio Castori…

L’inossidabile Fabrizio Castori? Non so se ve ne siete (già) accorti, ma a 70 anni suonati sta confezionando l’ennesimo suo miracolo in carriera. Un miracolo da ricordare. Un miracolo da urlo. Sì, da urlo. Giunto lo scorso dicembre a Bolzano con la squadra ultima in classifica, l’ex mister del Cesena (per lui in Terra di Romagna un’indimenticabile promozione in Serie B nel 2004 e pure una fantastica salvezza cadetta arpionata sul campo nel 2018) in tre mesi è riuscito letteralmente a rigenerare un Südtirol a dir poco boccheggiante: se il campionato finisse ora, gli altoatesini (reduci dal roboante 5-1 di Cittadella ed ora 11esimi in graduatoria), sarebbero incredibilmente salvi senza nemmeno passare dai play-out. Ma c’è di più. Molto di più. Perché l’Uomo di San Severino Marche, con all’attivo ben 566 panchine cadette, è anche a un passo dal record assoluto detenuto da Guido Mazzetti (572). Un record, questo, che sino a qualche anno fa sembrava imbattibile. Ma che invece…

Si scrive Fabrizio Castori.

Si legge mito vivente.

MITO VIVENTE.

Un mito vivente che andrebbe clonato subito.

Su-bi-to.

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